Svolta per i professionisti: dal 2016 via libera all’utilizzo dei fondi strutturali Ue

La legge di Stabilità contiene, per la prima volta, una serie di misure che possono agevolare il lavoro autonomo e professionale.

Le risorse messe a disposizione da Bruxelles sono infatti destinate ai liberi professionisti così come li intende la disciplina europea, in quanto equiparati alle piccole e medie imprese, a prescindere dalla forma giuridica sotto cui si esercita l’attività.

I fondi in palio sono sia quelli a gestione diretta da parte della Ue sia quelli erogati attraverso Stato e Regioni.

A questo punto si dovrà giocare la partita per aprire concretamente nei bandi gli spazi per gli studi: si dovrà evitare il rischio di requisiti troppo severi ed eccessivamente delimitanti.

Quindi, il passo successivo sarà accompagnare i professionisti allo sviluppo dei progetti da sottoporre a finanziamento e alla compilazione delle candidature per le risorse.

L’apertura ai fondi europei per i professionisti è ancorata al periodo 2014­-2020: la possibilità di concorrere ai finanziamenti può costituire un volano per il settore non solo per il possibile (e auspicabile) ingresso di capitali, ma soprattutto per la chance di progettare così come è nell’auspicio della Commissione Ue­ nuovi servizi e modalità organizzative più efficienti, utilizzando anche professionalità e competenze che finora sono state ai margini degli studi.

In questo quadro, anche il Fisco fa la sua parte, riconoscendo che una parte del mondo professionale vive schiacciata sotto redditi esigui: il livello di reddito per accedere all’imposta sostitutiva del 15% è fissato in 30mila euro.

Per converso sono premiati gli investimenti in beni strumentali nuovi, senza fare distinzioni rispetto agli imprenditori commerciali.

Per quanto riguarda la previdenza delle partite Iva, si è scelta la conferma, per il 2016, dell’aliquota del 27 per cento.

Forse il futuro Ddl sul lavoro autonomo, annunciato da Renzi, sarà l’occasione per sistemare la questione a regime, tenendo conto delle compatibilità previdenziali e della necessità di non comprimere in misura eccessiva il reddito disponibile.

Intanto, la legge di Stabilità inizia a stanziare 10 milioni di euro per il 2016 e 50 milioni dall’anno successivo «al fine di favorire la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato a tempo indeterminato», i due capitoli del futuro, nuovo Jobs act.

Il Sole 24 Ore – Maria Carla De Cesari – 23/12/2015 pg. 1

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