Attenzione ai robots

Il quotidiano La Stampa in edicola ieri (4 settembre 2015) dedica all’argomento una intera pagina (la 9) e ci racconta di alcuni robots dalle insospettate (fino ad oggi e dai non addetti ai lavori) qualità e capacità che vanno dall’assistenza agli ospiti di alberghi come Botrl capace di comportarsi come il più zelante dei camerieri (senza pretendere mance); all’edilizia come Hadrian, capace di costruire una casa i due giorni; al commercio, come Oshbot, capace di fornire informazioni ai clienti e pilotarli tra gli scaffali fino a raggiungere i prodotti richiesti; alle professioni intellettuali, come Watson (e chi altri se no!) che aiuta i medici ad elaborare le diagnosi dei pazienti; al managment, come Vital che fa parte del consiglio di amministrazione di una società finanziaria di Hong Kong; al giornalismo, come Wordsmith capace di elaborare duemila articoli al secondo.

E noi ci stiamo preoccupando degli avvocati!

Se la cosa prende piede tutti i professionisti, e non solo, rischiano di dover competere con questi nuovi concorrenti e, poiché ad essi è costume, come si è visto, assegnare nomi propri, sarà opportuno designare tali nuovi soggetti con il prefisso “R”, come nei romanzi di Isaac Asimov, per distinguerli dai professionisti tradizionali; avremo, così, R notai (dove la R non starà per “regio” ma per “robot”), R avvocati, R geometri, R ingegneri e via dicendo.

Dopo di ché, qualcuno, in nome della semplificazione o di altre irrinunciabili esigenze dei Consumatori, chiederà una legge che autorizzi i tabaccai, i supermercati, gli uffici postali e, naturalmente, le Banche e le Assicurazioni, ad ospitare nei propri locali gli Rprofessionisti i quali una volta acquisiti i dati sufficienti potranno fornire impeccabili e fulminee prestazioni professionali.

Per gli Rnotai potrebbero bastare (in caso di transazioni immobiliari) le coordinate spaziali di un immobile (città, indirizzo e Cap), i codici fiscali delle parti coinvolte ed altri pochi elementi essenziali, per ottenere, pigiando appositi pulsanti, ogni tipo di contratto, come oggi già si fa per il caffè (lungo, corto, macchiato ecc.) che potrà essere sottoscritto appoggiando il dito indice su un sensore. Et voilà! Il cliente è servito.

Ma forse, quello che non si riuscirà ad ottenere sarà la gratuità delle prestazioni, suprema aspirazione di ogni liberista (quando non si tratta delle prestazioni proprie), tenuto conto del loro costo di produzione e del progredire della loro sofisticata tecnologia, il cui sviluppo li renderebbe presto obsoleti e da sostituire e, naturalmente, dell’obolo che l’Erario non mancherebbe di pretendere, in relazione alla loro attività.

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