Previdenza e patto generazionale: “Metodi di calcolo delle prestazioni e sistemi di finanziamento”

Considerazioni di Alessandro Trudda, Ricercatore di Matematica Finanziaria e Attuariale – Università degli Studi di Sassari, al Convegno “Previdenza e patto generazionale. La Cassa incontra i Notai” organizzato dalla Cassa Nazionale del Notariato e svoltosi lo scorso venerdì 19 maggio 2017 presso Roma Eventi – Centro Congressi Piazza di Spagna – Via Alibert 5/A – Roma.

Approfondire i principi fondanti e le conseguenti regole che tipicizzano la Cassa di Previdenza del Notariato risulta, per gli amanti della materia, di indubbio interesse. Ne consegue che le valutazioni di natura attuariale comportano la necessità di abbandonare alcuni assiomi classici solitamente utilizzati nei sistemi a ripartizione. I meccanismi di funzionamento propri di questʼEnte fanno si che le abituali “ricette” utilizzate per il sistema pubblico o per le altre Casse privatizzate possano risultare inefficaci se non dannose. A titolo di esempio si consideri la circostanza per la quale lʼincremento di nuovi lavoratori iscritti, considerati linfa vitale per lʼInps o per i Bilanci tecnici delle altre Casse privatizzate, può invece provocare una situazione di insostenibilità di lungo periodo per la Cassa Notariato.

Ciò in conseguenza non solo di componenti demografiche quali il longevity risk ma anche del combinato disposto di metodo di calcolo della prestazione e sistema di finanziamento a ripartizione misto.

In questo senso può essere utile un breve richiamo sui metodi di calcolo delle prestazioni e sulle caratteristiche principali dei sistemi di finanziamento degli Enti previdenziali.

Metodi di calcolo della prestazione

Il metodo di calcolo retributivo è caratterizzato dalla disgiunzione fra contributi versati e prestazione pensionistica che viene determinata sulla base delle retribuzioni percepite prima della cessazione dellʼattività. Lʼobiettivo che ci si pone è quello di assicurare livelli di reddito in linea rispetto a quelli goduti prima del pensionamento (funzione previdenziale). La pensione (P) viene calcolata attraverso il prodotto di tre fattori: P= α•Rp•N con α=coefficiente di rivalutazione, Rp=reddito pensionabile (ultimo reddito o media reddituale degli ultimi x anni di attività), N=anni di contribuzione.

La funzione previdenziale viene garantita in quanto il professionista può predeterminare il proprio tasso di sostituzione (rapporto tra prestazione previdenziale ed ultimo/i reddito/i) considerato quale misura percentuale del mantenimento del proprio tenore di vita. Dato ad esempio un valore del coefficiente α pari al 2%, per il professionista sarà sufficiente lavorare 35 anni per ottenere un tasso di sostituzione pari al 70% (40 anni per lʼ80% e così via). In questa situazione non vi è una correlazione diretta tra quanto versato durante il periodo lavorativo e quanto percepito in quiescenza.

Tale correlazione caratterizza invece il metodo contributivo il quale presume che i versamenti effettuati durante lʼepoca lavorativa, opportunamente capitalizzati, generino nel tempo un capitale del lavoratore iscritto detto montante individuale. Allʼatto del pensionamento, al netto di eventuali anticipi, si provvede a trasformare il montante individuale in rendita previdenziale tenendo conto delle diverse componenti economiche, finanziarie e demografiche: ad esempio lʼequivalenza attuariale prevede che le rate pensionistiche di tale rendita saranno tanto minori quanto maggiore è la speranza di vita residua del soggetto pensionando. Con questo approccio prevale la funzione assicurativa (anchʼessa prevista dallʼart.37 della Costituzione) di garanzia della promessa previdenziale: lo scopo è quello di garantire un equilibrio finanziario-attuariale per ciascun iscritto in modo che la sommatoria degli enne equilibri individuali associati agli iscritti mantenga in equilibrio permanente lʼintero sistema. Considerando un esempio di tipo fisico si pensi ad una bilancia il cui il perno rappresenta lʼetà di pensionamento mentre i pesi ai suoi lati rappresentano rispettivamente lʼentità dei contributi annualmente versati e degli assegni pensionistici da pagarsi. È intuitivo come, in caso di disequilibrio, esistano tre procedimenti per riallineare i pesi (vedi graf.1):

  1. aumentare la dimensione dei pesi a sinistra (incremento delle aliquote contributive),
  2. ridurre quella dei pesi alla destra (contrazione degli importi pensionistici)
  3. spostare il perno a destra (innalzamento dellʼetà di pensionamento).

La Cassa del Notariato utilizza il metodo di calcolo predeterminato che, come il retributivo, è caratterizzato dalla disgiunzione fra contributi versati e prestazione pensionistica: in questo caso lʼimporto dellʼassegno non è funzione dei redditi prodotti ma di parametri costanti predeterminati sulla base di valutazioni interne e ponderati rispetto al numero di anni di contribuzione N. In termini di calcolo ciò comporta una più agevole valutazione del valore attuale degli oneri futuri associati a ciascun nuovo ingresso proprio perché predeterminato lʼesborso futuro che la Cassa dovrà sostenere nel momento in cui il professionista andrà in pensione. Per quanto riguarda le previsioni attuariali vedremo come in questo caso ciò comporti la necessità di operare in termini di valori aggregati di entrate ed uscite previste piuttosto che come somma orizzontale delle enne posizioni aperte per ciascun iscritto allʼEnte.

Sistemi di finanziamento

Con il termine sistema di finanziamento di uno schema previdenziale ci si riferisce alle modalità di redistribuzione nel tempo dei flussi finanziari, rispetto a cicli temporali molto lunghi pari almeno alla vita media attiva e previdenziale dellʼindividuo (i Bilanci tecnici a 50 anni richiamano questa considerazione). Inquadrare il meccanismo di finanziamento con cui si opera è di fondamentale importanza poiché ciascuno di essi comporta stime e considerazioni molto distinte da applicarsi, come detto, ad un orizzonte temporale di lunghissimo periodo. In particolare si sottolinea come il finanziamento a ripartizione richieda anche valutazioni di natura demografica e di equità intergenerazionale, mentre per il finanziamento a capitalizzazione rilevi maggiormente la componente del rendimento finanziario.

I sistemi a capitalizzazione (Funded) prevedono che i versamenti effettuati durante lʼepoca lavorativa vengano accantonati in appositi conti ed opportunamente investiti e capitalizzati, in modo che allʼatto del pensionamento del lavoratore siano presenti le risorse nel tempo accumulate, che poi verranno gradualmente rilasciate per il pagamento della rendita previdenziale. Il principale vantaggio di questo sistema consiste nella maggiore protezione dal rischio demografico, mentre il punto di maggiore debolezza è dato dalla sua sensibilità al rischio di investimento che tuttavia può essere attenuato mediante le sempre più accurate tecniche di asset liability managment.

Nei sistemi pensionistici finanziati a ripartizione (Pay as you go) i contributi previdenziali versati dagli iscritti attivi vengono direttamente ripartiti ed utilizzati dallʼEnte gestore per la corresponsione delle rendite ai beneficiari in essere. Il sistema a ripartizione può essere a sua volta suddiviso in due tipologie: il sistema di “copertura dei capitali” ed il “sistema a ripartizione pura”. Questʼultimo (più teorico) è caratterizzato dalla perfetta uguaglianza fra i flussi in entrata e quelli in uscita per ogni esercizio finanziario e dal conseguente mancato accumulo di risorse. Per quanto riguarda le Casse di Previdenza dei liberi professionisti ad oggi accade che le entrate siano superiori alle uscite in misura legata alle dinamiche demografiche: ciò nella fase di crescita fa si che ciascuna di esse vada ad accumulare un patrimonio la cui funzione è quella di garantire parzialmente le promesse previdenziali che nel tempo si accumulano. Il sistema è da considerarsi comunque a ripartizione anche se i rischi demografici vengono attenuati dalla componente funded (per tale ragione si parla anche di sistema misto). Uno degli indicatori fondamentali da considerare è il rapporto  attivi/pensionati: è chiaro che tanto è maggiore il numero degli attivi contribuenti rispetto ai pensionati percipienti tanto maggiore sarà lʼavanzo prodotto dal sistema (esempi attuali sono Inarcassa, Cassa Forense, Cassa Dottori commercialisti, etc.); in una prospettiva di lungo periodo però ciò può rivelarsi una difficoltà in quanto lʼinevitabile inversione di tendenza, se non accuratamente prevista, può produrre effetti finanziari dirompenti nel momento in cui, in breve tempo, il rapido pensionamento di un numero ingente di professionisti (oggi attivi) comporterà per lʼEnte unʼemorragia finanziaria legata allʼinterruzione delle entrate per contributi ed alla contemporanea apertura di nuove posizioni debitorie pensionistiche. Si comprende quindi come, anche applicato alle Casse di Previdenza, il buon funzionamento di questo sistema dipenda da una sorta di “patto/equilibrio intergenerazionale” in base al quale la “nuova generazione” di professionisti in ingresso deve essere in grado e disposta a coprire le spese per le pensioni in essere, (relative alla generazione che li ha preceduti) nellʼauspicio che altrettanto riguardo venga a loro prestato in futuro.

La Cassa Notariato in questo senso è sempre stata caratterizzata da una demografia molto stabile; il rapporto attivi pensionati negli ultimi anni ha oscillato in un margine molto ristretto compreso tra 1,82 ed 1,94 (tale stabilità rappresenta sicuramente un punto di forza praticamente unico nel panorama delle Casse dei liberi professionisti).

Il grafico 2 mostra la composizione per età degli Attivi e Pensionati della Cassa di Previdenza del Notariato al 31.12.2016.

Come detto in precedenza, la sostenibilità finanziaria della Cassa viene misurata attraverso il c.d. Bilancio tecnico Attuariale proiettato a 50 anni. Le valutazioni prospettiche dipendono da una serie di variabili aleatorie di natura economica, finanziaria e demografica.

Il graf.3 mostra, per gli ultimi 15 anni, lʼevoluzione degli aggregati che compongono il c.d. saldo previdenziale: come si può notare esiste una evidente linearità per ciò che concerne le uscite pensionistiche che permette di “prevedere” in termini prospettici con maggiore precisione riducendo le componenti di aleatorietà; nelle altre Casse infatti risulta molto più complesso prevedere il numero dei futuri ingressi posto che lo stesso non è demandato a nessuna regola se non quella dellʼattrattività del mercato professionale mentre per i Notai il numero dei futuri professionisti è stabilito per legge. Per ciò che concerne il totale delle entrate contributive lʼandamento più o meno costante presente dal 2002 è legato alla compensazione di due effetti di segno opposto: da una parte una riduzione legata al calo del numero complessivo annuo dei repertori, dallʼaltra un incremento connesso allʼaumento dellʼaliquota contributiva applicata.

Il graf.4 mostra lʼandamento di tali grandezze al netto dellʼindennità di cessazione rispetto ai dati desunti dallʼultimo bilancio tecnico di Cassa Notariato.

Come si nota il cd. Saldo Previdenziale (differenza tra entrate contributive ed uscite per prestazioni) risulta positivo per il periodo considerato garantendo così lʼequilibrio finanziario di lungo periodo dellʼEnte.

Detto ciò, riprendendo lʼincipit iniziale, si può comprendere come un incremento esogeno degli iscritti rispetto al flusso predeterminato provocherebbe –coeteris paribusun “salto” per le uscite future a partire dalla data del loro pensionamento (hyp. 30 anni di attività) che non può essere compensata da nessun tipo di entrata in quanto tutte incorrelate con la variabile nuovi ingressi (dipendenti in maggior misura dal numero dei repertori futuri e dai rendimenti del patrimonio). Di fatto il Bilancio tecnico dovrebbe essere modificato tenendo conto del maggior futuro onere connesso alla maggior quantità di futuri pensionamenti prevedibili: solo a titolo di esempio nel graf.5 si riporta una possibile situazione di jump sulle uscite prevista dal 30-simo anno prospettico: si può notare come il saldo previdenziale possa diventare negativo costringendo lʼEnte ad intervenire per poter garantire la sostenibilità finanziaria di lungo periodo.

Alessandro TRUDDA

FONTE:Bollettino n.2 2017, Cassa Nazionale del Notariato” (estratto e grafici nel PDF allegato in alto)

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