53° Congresso Nazionale del Notariato: intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri

Intervento di Giuseppe Conte – Presidente del Consiglio dei Ministri – al 53° Congresso Nazionale del Notariato “Semplificazione e innovazione: diritti e garanzie nell’Italia del cambiamento” del 8-9-10 novembre 2018 a Roma.

Trascrizione integrale del video (in fondo all’articolo):

Rivolgo un caloroso saluto,

alla Signora Presidente del Senato, alle autorità presenti e a tutti gli esponenti e i rappresentanti della categoria del notariato e ai notai tutti e a tutti i presenti.

È con vivo piacere che ho accolto questo invito a partecipare al 53esimo Congresso Nazionale del Notariato e sicuramente la partecipazione mia, degli altri esponenti delle istituzioni, dei rappresentanti del Governo è segno di vicinanza e attenzione al vostro ordine professionale.

Nel panorama del nostro ordinamento i notai svolgono un ruolo fondamentale, l’ho chiarito anche in questa ricerca recente che compare nel volume “Crisi della legge produzione privata del diritto” ed è stata ospitata nella biblioteca della vostra fondazione, della Fondazione Italiana del Notariato.

Svolgete un ruolo fondamentale perché è una funzione che potremmo definire preventiva rispetto all’emergere di contenziosi giudiziari.

Carnelutti amava ripetere “tanto più notaio tanto meno giudice” – il vostro applauso segnala che è una espressione a voi cara – sintetizza in modo molto efficace il ruolo strategico che con responsabilità siete chiamati a svolgere.

L’intervento dei notai in effetti evita in fase contrattuale, forse non nel modo così meccanicamente prefigurato dalla equazione di Carnelutti, ma senz’altro contribuisce a prevenire l’insorgere di contenziosi che appesantirebbero i tribunali di un ulteriore carico di lavoro e al contempo incide in modo profondo sulle relazioni economiche e personali dei privati e delle imprese garantendone uno svolgimento più sereno e questo svolgimento più sereno non era sfuggito neppure alla riflessione di Aldo Moro, cito le sue parole “là dove il giudice assume una funzione risanatrice e riordinatrice, per così dire, della patologia della vita giuridica, il notaio ne assume una efficacemente preventiva dei conflitti mediante la quale esso contribuisce potentemente alla realizzazione dell’ordine sociale”.

Come è stato detto, come io stesso ho detto in altro luogo, il notaio è un interprete qualificato che partecipa a pieno titolo a realizzare la dimensione applicata del diritto.

Il notaio è partecipe di questa dimensione in modo però completamente diverso rispetto al giudice.

A dire il vero il suo intervento muove da un angolo privilegiato il suo ius dicere non vale a distribuire torti e ragioni tra le parti le quali, non essendo riusciti a prevenire o a dirimere la lite tra loro insorte, si sono rimessi al giudizio di un organo terzo.

Il notaio, a differenza del giudice che esprime un dictum in virtù della potestà decisoria di cui investito, interviene nella fase antecedente quella della negoziazione e quindi il suo intervento non esprime alcuna potestà decisoria, non distribuisce tra le parti torti e ragioni, il suo ruolo è di suggerire una soluzione negoziale che sia valida sul piano giuridico e pienamente confacente agli interessi di tutte le parti.

L’efficacia del suo intervento riposa sulla forza persuasiva che si ricollega a vari fattori: alla solidità della sua competenza professionale, agli affidamenti che la sua veste imparziale suscita presso le parti, ai controlli e alle responsabilità che si accompagnano alle sue prestazioni professionali.

Una radicata tradizione di pensiero attribuisce il notaio una funzione sostanzialmente passiva in ragione della natura – lo dico tra virgolette – “tecnica” del loro intervento essi sarebbero dei meri recettori della volontà delle parti, ad essi spetterebbe attribuire una veste giuridica al programma di interessi perseguiti dalle parti e tradurre il loro intento empirico in forme giuridiche congrue e adeguate.

Nella sua versione più antica, questa concessione ha prodotto l’effetto di ridurre il notaio ha una sorta di funzionario e, come sapete, così viene percepita la funzione notaio in alcuni ordinamenti giuridici una funzione meramente ricognitiva veramente documentaria.

Questa concezione, per quanto spogliata dagli aspetti più rigidi del formalismo giuspositivista, appare comunque fortemente riduttiva poiché anche il notaio è pienamente partecipe di quell’articolato che io chiamo “progetto ermeneutico”, che ponendo a confronto i dati di realtà con le disposizioni legislative contribuisce a produrre il diritto secondo la logica propria di un circuito interpretativo che si alimenta continuamente in base alle cognizioni e alla sensibilità del singolo protagonista, alla prassi elaborata dell’intera categoria – pensate alle vostre massime notarili – ma anche agli indirizzi e ai suggerimenti che sono veicolati agli appartenenti alle altre categorie di professionisti, dagli studiosi che costituiscono tradizionalmente gli interlocutori privilegiati dei notai – mi riferisco ai giudici agli accademici agli avvocati – il suo ruolo di promotore delle soluzioni negoziali più affidabili sul piano della conformità ai principi e alle regole dell’ordinamento, il suo intervento volto a suggerire le soluzioni negoziali piedòne a soddisfare gli interessi dei clienti, la sua funzione di terzo garante della validità ed efficacia degli atti quindi di tutore di tutte le posizioni di tutti gli interessi in gioco, sono tutti elementi che nel loro plesso contribuiscono a valorizzare questa professione anche al tempo odierno e ne restituiscono – lo dico con piena cognizione di causa – la sua dimensione propriamente creativa.

È proprio questa funzione di garanzia di tutte le parti contraenti e non solo della parte che ha sollecitato il suo intervento che consente di attribuire al notaio un ruolo di terzietà e di riconoscergli la tutela di un interesse collettivo che finisce per giustificare la convergenza in capo al suo intervento di posizioni che potrebbero apparire inconciliabili: la funzione libero professionale che appare privatistica mente orientata tutelare l’interesse della parte, di una parte, e la pubblica funzione che invece appare orientata a tutelare un interesse pubblico.

Soprattutto per alcune tipologie di atti il notaio rimane ancora oggi, rispetto ad altre categorie professionali, il professionista di riferimento, un libero professionista che assomma in sé competenze adeguate ma anche un pubblico ufficiale che offre garanzia elevate di indipendenza e serietà professionale.

Questo duplice ruolo induce a preferire il notaio – dobbiamo riconoscerlo – a molte altre figure professionali, pure qualificate, ogni qualvolta in particolare alle parti prema l’acquisizione di documenti accreditati della pubblica fede, di autenticazione di firme, di atti da annotare in pubblici registri o allorché alle parti prema la realizzazione di operazioni negoziali con piena avvedutezza anche per le loro complete implicazioni anche di ordine fiscale né – devo osservare – la rivoluzione innescata dalle tecnologie digitali ha scalfito la rilevanza della funzione notarile.

L’utilizzo, infatti, degli strumenti infotelematici, la diffusione di archivi informatici, di sicuro più facilmente accessibile degli archivi cartacei anche ai non addetti ai lavori, il crescente ricorso a documenti digitalizzati non lasciano affatto presagire il venir meno delle stanze di certezza e le garanzie di sicurezza che sollecitano l’intervento notarile.

Deve, poi, essere sottolineato il contributo offerto dai notai – lo anticipavo – all’inventio del diritto – uso qui una parola ovviamente nella sua radice latina.

Il tema meriterebbe amplissime considerazioni che pure non posso evidentemente qui sintetizzare.

Merita, tuttavia, di essere ricordato l’apporto del Notariato con riguardo all’applicazione di istituti quali il Trust, quali vincoli di destinazione ai sensi dell’articolo 2465 ter del Codice Civile, contratti di affidamento fiduciario senza trascurare le sensibili istanze provenienti dal mondo notarile in favore del rinnovamento della disciplina successoria con particolare riguardo al superamento dei vincoli stringenti ancora esistenti in materia di patti successori e alla diffusione, tra gli altri, di accordi rinunciativi che consentirebbero di acquisire, ben oltre evidentemente il rispetto ambito applicativo del patto di famiglia, la rinuncia dei legittimari e i diritti che potrebbero ad essi spettare nella prospettiva di una successione ancora di là da aprire.

Un’annotazione conclusiva, i notai si sono sempre, da tempo, quantomeno segnalati per essere particolarmente all’avanguardia nelle positive dinamiche di collaborazione e interazione con la pubblica amministrazione.

Il governo che presiedo ha da tempo assunto la semplificazione e la digitalizzazione, cui pure è intitolato questo congresso, quali fare della propria azione politica nella ferma convinzione che queste costituiscono impreteribili precondizioni per dare nuova linfa alle attività produttive, per assicurare una maggiore efficienza la macchina della giustizia, per garantire che l’azione delle pubbliche amministrazioni possano dipanarsi in modo realmente funzionale alla realizzazione degli interessi dei cittadini.

Vi anticipo che ancora stamattina abbiamo lavorato e abbiamo messo pressoché a punto un ampio progetto di riforma volto a operare una radicale semplificazione normativa e burocratica nel nostro sistema giuridico ancora troppo farraginoso ancora troppo stratificato.

Ecco sotto questo, rispetto prezioso è l’esempio offerto dalla vostra categoria professionale la cui proficua collaborazione con la pubblica amministrazione ha consentito al nostro paese di raggiungere livelli di assoluta efficienza ad esempio in termini di certezza e rapidità dei sistemi di pubblicità immobiliare e commerciali.

In Italia – voi lo sapete bene – nell’arco di 24 ore una compravendita di un appartamento di un terreno viene in via telematica trascritta nei Registri Immobiliari e comunicata al catasto rendendola opponibile e consultabile da tutti gli utenti dopo che in relazione ad essa sono state già riscosse e corrisposte allo Stato le relative imposte sotto la responsabilità del notaio o, ancora, in Italia una società commerciale viene costituita e resa operativa in poche ore previa verifica dei dati dei soci, dei capitale immessi, dell’attività svolta.

Si tratta di esempi ancora troppo isolati nel contesto di un paese che nel suo complesso risulta ancora oggi appesantito, frenato, mortificato nel suo pur notevole potenziale di crescita – e sottolineo potenziale di crescita – da inutili complessità, incertezze interpretative, farraginosità, rigidità di forma e procedure.

Siamo pienamente avvertiti del fatto che per conseguire quel cambiamento che ispira la nostra azione politica, il perseguimento di questi obiettivi rivesta un ruolo cruciale ed è in questa direzione che risolutamente ci stiamo muovendo.

Grazie.

Presidente del Consiglio dei Ministri
Giuseppe Conte

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