53° Congresso Nazionale del Notariato: intervento del Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato

Intervento di Salvatore Lombardo – Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato – al 53° Congresso Nazionale del Notariato “Semplificazione e innovazione: diritti e garanzie nell’Italia del cambiamento” del 8-9-10 novembre 2018 a Roma.

Trascrizione integrale del video (in fondo all’articolo):

Buonasera a tutti,

consentitemi prima di qualsiasi cosa, di leggere il messaggio del Presidente della Repubblica, che ha inviato al 53esimo Congresso del Notariato.

Dottor Salvatore Lombardo, presidente Consiglio Nazionale del Notariato

Rivolgo il mio cordiale saluto a tutti i partecipanti al 53esimo Congresso Nazionale del Notariato, che costituisce occasione sempre proficua di dibattito su temi di particolare rilevanza.

Il Notariato è da sempre attento all’innovazione tecnologica, la quale costituisce uno strumento per la semplificazione della propria attività.

La sua funzione di garanzia continua a rappresentare una risorsa indispensabile per assicurare la legalità e la competitività del paese e, in tale prospettiva, l’uso sapiente delle risorse tecnologiche diventa funzionale a promuoverne ulteriormente il ruolo.

Sono certo che l’esame delle tematiche oggetto delle diverse sessioni del Congresso sarà affrontato In un clima di fruttuosa collaborazione.

Con questo spirito e nella certezza che dal dibattito e dal confronto emergeranno riflessioni e proposte utili e stimolanti, rivolgo a tutti i miei più sentiti auguri di buon lavoro.

Sergio Mattarella

Ringraziamo il Presidente della Repubblica, i ringraziamenti per la presenza a Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato, al Presidente del Consiglio li ho già fatti.

Consentitemi ora di ringraziare per la sua presenza, considerato il momento difficile di operatività da parte del Parlamento e del Governo, il ministro Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia, che è qui con noi.

Dovevano essere con noi il Sottosegretario alla Presidenza Giorgetti, che sarà presente domani mattina alle 9:30, 9:30 domani mattina, non possono essere con noi per problemi relativi al question time di questo pomeriggio, alla riunione del Consiglio dei Ministri di questa sera, alla riunione improvvisa che c’è stata al MEF, i due ministri Buongiorno e Fontana, ovviamente ci dispiace ma, comunque, oggi abbiamo qua il nostro riferimento naturale che è il Ministro della Giustizia e quindi il Ministro della Giustizia e il Presidente del Consiglio contengono tutti gli altri, quindi per noi, siamo soddisfatti.

Consentitemi di salutare i presidenti di commissione presenti, i parlamentari presenti, le autorità civili e militari che ci onorano con la loro presenza, il presidente dell’UIL – l’ho già salutato – José Marqueño De Llano, il presidente CNUE Marius Kohler, che ringrazio tutti e due perché in campo internazionale tentano di battersi sempre nell’interesse del Notariato in un momento estremamente delicato sia in Europa che per quanto riguarda una certa operazione che si stava portando a livello di ONU però tutti assieme siamo riusciti a bloccare questa operazione e ritengo che alla fine i risultati saranno quelli che tutti abbiamo sperato di portare a casa.

Un saluto alle delegazioni straniere, numerosissime, sono presenti Albania, Austria, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Malta, Polonia, Russia, Serbia, Spagna e l’Ungheria. Un saluto affettuoso a tutti loro che testimoniano l’unità del Notariato che è fondamentale. Oggi non possiamo chiuderci nei nostri giardinetti. Il giardino è unico, è quello del notariato e vale per l’UIL in campo internazionale, mondiale, ma vale anche in campo europeo e questo credo che è un dato assodato. Ecco perché dobbiamo sempre rimanere uniti anche nelle nostre diversità.

Un saluto affettuoso ai past President che hanno guidato il Consiglio Nazionale del Notariato prima di me, alla stampa e se mi consentite il più affettuoso saluto a tutti voi cari colleghi che così numerosi, 1683, siete presenti questa sera. Grazie per essere qua. Un quinto del Notariato è presente, è un dato importante. Un quinto del notariato, vi ringrazio molto.

Ho ascoltato Mario con molta attenzione quando ha detto che Jarrett era preoccupato perché davo un concerto davanti a 1400 spettatori. Io che ne ho 1683 allora sono terrorizzato anche perché non ho l’abilità di Jarrett a suonare il pianoforte, né quello accordato né quello non accordato.

Cari colleghi, la presenza del Presidente del Consiglio per la prima volta nella storia come sua funzione, come suo ruolo, la presenza del Presidente del Senato, la presidenza del del Ministro della Giustizia per noi è significativo. Non credo che siano qua soltanto per avere il piacere di passare a uno dei tanti impegni che quotidianamente loro hanno, non è sicuramente così, sono qua perché ritengo che vogliono dare e assegnare alla loro presenza un significato particolare, che il notaio ha la sua valenza, ha la sua importanza in una società, l’importanza che deve essere sempre maggiore, che credo che stiamo testimoniando tutti, piano piano, perché siamo cambiati anche noi, è la realtà.

Il notariato di oggi non è più quello di una volta. Noi siamo un po’ usciti dalla famosa “torre eburnea” dove ogni tanto ci chiudevamo solo perché eravamo fissati solo a lavorare, solo a lavorare, a fare il nostro lavoro, che in fondo è un lavoro da egoista, perché il notaio è un po’ egoista, ritiene di essere poi il più bravo di tutti, anche il più bravo degli altri colleghi, invece, abbiamo capito che questo non è utile, non è utile a nessuno. Siamo usciti e siamo andati incontro alla gente, siamo andati incontro al Parlamento, incontro al Governo per cercare di farci conoscere sempre di più perché questa è fondamentale. Quando una cosa non si conosce uno non la può apprezzare. Quando, invece, si conosce ci si può scontrare, si possono avere idee diverse, sì, ma soprattutto ci si può fare apprezzare, come credo noi abbiamo cercato di fare in tutto questo periodo, in tutto questo tempo.

La sostanza di notaio è pure cambiata – guardate – noi negli ultimi tempi – guardate la slide, la prima che abbiamo – lo dicevo poco fa – quando ho presentato il Presidente del Senato: 35% di donne e 65% di uomini. Ma questo dato – ripeto – tiene conto del dato storico, cioè di quando le donne erano pochissime, quando una volta ne avevamo 3, 4 ,5.

Oggi, invece, la situazione è un’altra – ve lo voglio far vedere con l’altra slide – che è quella relativa ai concorsi pubblici. Come voi sapete, noi abbiamo fatto tutta una serie di concorsi pubblici. Ovviamente li facciamo ogni anno, stiamo cercando di farli ogni anno, di concluderli in due anni e negli ultimi periodi noi abbiamo avuto, come concorsi, ne abbiamo avuti uno da 250 posti bandito nel 2013, uno da 300 posti bandito nel 2014, uno da 500 posti che è ancora in corso di assegnazione e uno da 300 posti che ancora, invece, è ancora in corso di correzione dei compiti.

Tutto questo sapete cosa ha portato? Ha portato un dato importante, ha portato che noi abbiamo avuto nell’ultimo anno, anno e mezzo, un turnover di mille notai nuovi, che su 5 mila e qualcosa notai, rappresentano un quinto della popolazione fatto da noi notai, questo è un altro dato che dobbiamo sottolineare. E poi, guardate quest’altro dato che riguarda il discorso del genere a cui accennavo poco fa. Allora nel concorso del 2013 le donne erano il 45,7%, in quello del 2014 lieve flessione il 42,3%, nel concorso ultimo da 500 posti – parlo degli ammessi agli orali perché evidentemente ancora la sede non è stata assegnata – il 50,8% è fatto da donne quindi si è verificato il sorpasso. Allora tutto questo cambiamento porta sicuramente a una modifica, un po’ dell’immagine del notariato, dell’idea del notariato.

Noi eravamo partiti – se voi ricordate – in quel maledetto febbraio del 2015 – io ho qua Maurizio D’Errico davanti quindi lo ricordo ancora particolarmente – io ero consigliere, lui era presidente, e ricordiamo tutti il febbraio del 2015 quando da una frase non certamente felice “se si va un poco meno dal notaio non succede niente” si scatenò quello che tutti abbiamo vissuto sulla nostra pelle – se mi consentite – il Consiglio Nazionale particolarmente e l’allora presidente Maurizio D’Errico ancora di più. Da questa frase eravamo tutti convinti che c’erano chissà quale professionisti, c’erano dietro, che volevano soffrire togliersi delle competenze e quant’altro, la realtà invece è stata un’altra, che non erano altri professionisti che volevano approfittare di questo, erano soprattutto i poteri forti, quello che sono ancora davanti agli occhi di tutti, che tentano di fare, di dare un prodotto completo: “io ti faccio il individuare la casa” – perché ora fanno pure da agenzia immobiliare – “poi ti dò i soldi per comprare la casa” e se trovo pure al mio interno “chi fa l’atto” ho chiuso il cerchio, dimenticando una cosa importante, che chi doveva svolgere questa funzione non aveva le qualità fondamentali per svolgere quel ruolo, perché mancava la qualità, che è fondamentale, che è la terzietà. Un dipendente della banca, di un istituto assicurativo, quale garanzia poteva dare al contraente più debole? Zero. Essendo messo a libro è chiaro che doveva difendere gli interessi “del padrone”. Sarebbe venuta meno quello che è il fatto fondamentale nei rapporti contrattuali, cioè che c’è una persona terza che garantisce Il contraente più debole e mette in condizione che il sinallagma contrattuale venga svolto nel modo migliore. Questo era quello che si è tentato in quel periodo. Però fortunatamente siamo riusciti, come? Facendoci conoscere, facendo capire che erano sbagliate queste idee, che nascevano molto spesso da invidia sociale ai nostri confronti, non conoscenza del notariato, qualche errore che avevano fatto pure noi, complessivamente e singolarmente nella nostra conoscenza, svolgendo a volte il nostro compito con un po’ di velocità, non dedicando, cioè non facendo capire al cliente, che cos’è veramente il lavoro del notaio.

Il cliente spesso conosce soltanto la punta dell’iceberg ma non conosce l’iceberg. Il nostro compito deve essere quello di far comprendere cosa c’è dietro il nostro lavoro, quale lavoro c’è dietro e perché arriviamo a questa soluzione. Arriviamo alla soluzione perché dietro abbiamo lavorato, studiato e preparato quanto c’è da fare ma se non facciamo capire questo può sembrare che noi siamo una spesa di cassiera, arrivano, fanno l’alto, cinque minuti, pagano il notaio e vanno via. E tra l’altro, ricordiamo, e spesso gli altri lo dimenticano, che quando pagano “il notaio” non pagano solo il notaio, la stragrande maggioranza sono imposte e questo credo che lo sappiamo.

Andando al rapporto con il Governo e con il Parlamento, parlo nel dicembre del 2017, siamo riusciti ad ottenere alcune cose che non nascono perché noi abbiamo fatto pressione – come ogni tanto dice “ah la casta” – io non mai creduto alla casta del notariato perché sennò, nel tempo, quando abbiamo subito una specie di spoil system, questa casta dov’era, domiva? No, la realtà è che noi siamo una serie di professionisti seri, che lavoriamo, e quando ci facciamo conoscere dal Parlamento e dal Governo, il Parlamento e il Governo non possono che apprezzare l’opera che noi facciamo, soprattutto quando, da un certo periodo a questa parte, abbiamo cambiato il modo di presentarci.

Quando noi ci confrontiamo con Parlamento e Governo non andiamo a chiedere cose per il Notariato. Ora vi dirò io le cose, che il ministro tra l’altro già conosce, perché abbiamo avuto il piacere di incontrarlo già due volte e ci siamo anche incontrati per costituire un tavolo che dovrà affrontare diversi argomenti, le proposte che facciamo non sono fine a se stesse, fine al notaio, ma servono ai cittadini per quella semplificazione che abbiamo detto e soprattutto non solo al singolo cittadino ma servono anche e soprattutto per cercare di movimentare la nostra economia, di aumentare anche il PIL. Le soluzioni che noi diamo nascono soprattutto anche da questo. E allora a fine anno, eravamo tutti preoccupati. Dopo il febbraio 2015, era una dall’altra cosa, il numero dei notai. “Ah vogliono raddoppiare il numero notai” io ho perduto il saluto di diversi colleghi notai a “ormai il numero è fatto, ci hanno distrutto”. Abbiamo fatto incontri, abbiamo fatto capire. Quando parlo di provvedimenti di fine anno 2017 non faccio riferimento al vecchio governo perché vi devo dire che i provvedimenti che sono stati approvati nel 2017 sono provvedimenti che sono stati approvati bipartisan, cioè sia da una parte che dall’altra, non abbiamo avuto scontro con chi era all’opposizione o con chi era al governo, perché abbiamo fatto capire qual è la bontà delle nostre idee. Che significato aveva sic et simpliciter aumentare il numero dei notai nel momento in cui, ci trovavamo nel 2017, dal 2005-2006 al 2017 il notariato aveva perduto oltre il 50% del suo lavoro. Che senso aveva? Che cosa poteva significare? Avremmo soltanto fatto del male a coloro che venivano a fare il notaio, ai giovani notai, che ovviamente avrebbero trovato ancora maggiori difficoltà e avremmo incrementato uno scontro A contro B che non avrebbe prodotto nulla di buono non al Notariato ma anche a chi si avvicinava al notaio per avere un risultato. Questo era il dato di fatto, l’abbiamo fatto capire ed abbiamo detto “va bene, vogliamo aumentare il numero di notai? Si può fare”, ma ci mancherebbe, però prima di aumentarlo dobbiamo tenere conto che per aumentare il numero del notaio dobbiamo tenere conto delle variazioni statistiche del numero della tipologia degli atti. una cosa di una logica così trasparente che tutti loro che erano in quel momento a votare ci hanno dato ragione e l’hanno approvato.

Poi avevamo sempre quel famoso problema, e che ancora abbiamo, che prima o poi dovremmo risolvere – lo dirò, soprattutto, nell’appello finale, che farò al Ministro di Giustizia –  ora, si era creato un altro grado di giudizio. Noi abbiamo la Co.Re.Di., poi abbiamo la Corte d’Appello, poi la Cassazione e poi ci siamo inventati, perché noi notaio non ci facciamo mancare nulla, abbiamo trovato l’antitrust. E allora l’80% dei ricorsi che vengono fatti all’antitrust sono fatti dai notai, che avevano creato e trovato una nuova forma per smontare quanto era fatto precedentemente con a volta la scusa, poi è la giustizia che deve dire lo stato dei fatti, che non era un provvedimento di natura disciplinare per violazione della legge notarile meno soltanto che si voleva bloccare una norma per bloccare la concorrenza.

Guardate, io non ho mai creduto che i presidenti di CND e i consigli di CND si alzano la mattina e dicono “vediamo quale collega posso fregare”. Io l’ho fatto per tanti anni, io ho difeso i colleghi del mio distretto e ho difeso sempre i colleghi, quindi non credo a queste cose – consentitemelo – quindi quando abbiamo fatto capire che bisognava stoppare questa cosa, che non era possibile che i presidenti di CND lavorassero male, lavorassero col punto interrogativo. Il punto fondamentale qual era? Era che abbiamo fatto capire che non potevamo costituire un altro grado di giudizio e quindi nei provvedimenti disciplinari l’intervento da parte dell’antitrust non era possibile, ci è sembrata una cosa lineare, che dava tranquillità, non solo ai CND, ma dava tranquillità anche a coloro che possono essere possono incappare in un provvedimento disciplinare. È stato fatto, l’antitrust ha ritenuto che questa norma può essere anticostituzionale, benissimo, andremo alla Corte Costituzionale – noi non ci facciamo mancare niente, Ministro – anche alla Corte Costituzionale e vedremo di risolvere questo problema.

Nel tempo abbiamo anche fatto altre cose soprattutto la trasmissione dei repertori per via telematica. Questa è una cosa – Signor Ministro – che ancora attende la parte attuativa, per noi è fondamentale. È fondamentale, primo, perché comporta il risparmio di molti soldi da parte degli archivi, soldi e tempo. Oggi non è possibile che parliamo di semplificazione, di inviare tutto per via telematica, e io mando ancora il repertorio mensile in via cartacea e collegato a questo c’è la scheda testamentaria che tra l’altro è diventata una barzelletta perché ci sono ancora le schedine, la scheda testamentaria che – ricordo – credo quando ancora eravamo all’inizio dell’era digitale per chiamarla digitale e oggi non si trova più una macchina da scrivere che riesce a scrivere i caratteri nelle caselline che ci sono. Cioè siamo nel 2018, questa scheda per sbloccarla non ci vuole niente, darebbe la felicità a tutti gli archivi notarili – vedo il direttore Cosio e quindi credo che approvi quanto sto dicendo, il condirettore Romano anche – e quindi sono convinto che tutte e due sanno perfettamente che questo sarebbe bellissimo, così come sarebbe bellissima la trasmissione via web del repertorio, anche sotto un altro aspetto. Qual è l’aspetto? Noi oggi facciamo i dati notarili – benissimo, tra poco ve ne leggerò alcuni – in questi dati noi li facciamo raccogliendo quello che i notai periodicamente ci mandano e se li mandiamo via web noi potremmo avere quasi giornalmente la situazione che c’è in Italia, che gran sostegno potremmo dare agli operatori del settore, ai politici, agli altri? Per dire, oggi, negli ultimi 5 giorni si sono vendute tante case, sono state vendute, a chi? Da 30 a 40 anni, erano 10 stranieri, 41 stranieri, 5 erano prima casa. Sarebbe uno strumento eccezionale e questo strumento eccezionale perché lo fermiamo? Non c’è motivo di fermarlo, c’è motivo di andare avanti. Ecco dobbiamo semplificare e velocizzare. Noi siamo in prima linea per questo, Signor Ministro e sono convinto che con lei riusciremo a risolvere questo problema.

Gli atti societari con firma digitale che per un momento ci avevano anche preoccupato – ah adesso è sparito l’atto societario – ricordo era nato da un emendamento nato da un gruppo politico, che subito dopo se ne sono accorti, e il gruppo politico stesso ha ritirato quell’emendamento con un altro provvedimento di legge, con grande correttezza – guardo il Ministro perché lui allora era rappresentante politico in un gruppo, rappresentante della giustizia, responsabile giustizia per quanto riguarda questo aspetto.

Poi abbiamo portato le prove del concorso da tre a cinque e portare le prove del concorso da tre a cinque non è una cosa che si chiedeva così perché non, era per la specificità del concorso notarile, chi si prepara per il concorso notarile, noi l’abbiamo fatto tutti. Si prepara in un certo modo. Se non riesci a vincere o a non superare le prime tre prove, poi che si fa? Si deve riaprire tutto un modo di studi completamente diverso? E in più, quando un ragazzo è preparato, ha sempre la preoccupazione che non ha dato il massimo nel compito che ha fatto, sapendo che ha tre prove, non faceva altro che prendere l’elaborato e non consegnarlo e quindi abbiamo perduto probabilmente molta gente che era preparata e non ha consegnato in quel momento. Con cinque prove oggi c’è la serenità di poter controllare quello che si fa, di poterlo consegnare.

Io dico che queste sono state delle cose che sono state fatte. Le ricordo perché molto spesso noi che siamo qua, ma quelli che anche non sono qua le dimenticano le cose, che si ottengono perché è sempre così nella vita. Io sono sempre preoccupato che cade un muro e fino a quando questo muro non viene messo in sicurezza tutti parlano del muro “ ah il muro sta cadendo, il muro sta cadendo” e quando il muro è messo in sicurezza non se ne parla più e allora io li voglio ricordare queste cose perché sono cose che si sono ottenute perché tutti assieme abbiamo cambiato l’immagine del notariato . Guardate che senza di questo, queste cose non sarebbero state ottenute e quelle che stiamo chiudendo al nuovo Governo, se non ci presentiamo con questa immagine nuova, più fresca, più aderente alla realtà, pronta ad affrontare tutti i problemi che vengono nuovi, non abbiamo sempre fatto quindi questo è bene darlo.

Ma vorrei prima di dare altre cose farvi qualche sottolineatura per quanto riguarda i dati statistici notarili. Ecco, questo per ritornare anche al principio di cui prima. Allora, il numero degli atti nel 2007 era 5.735.421; nel 2015, 8 anni dopo, sono diventati 3.605.303, meno 37%; nel 2016 c’è stato un piccolo aumento del 2,3; nel 2017 noi ci attendevamo che il trend fosse ancora positivo lo è positivo ma soltanto per lo 0,3%. Vorrei fargli vedere un’altra slide. Guardate, questo è il paragone tra il primo semestre 2017 e il primo semestre 2018. I dati, questi, sono contenuti nei dati statistici notarili e sono stati approntati da Notartel, dalla Commissione informatica, e vi saranno dati nei prossimi giorni. L’abbiamo fatto assieme perché uno avrebbe offuscato l’altro, invece, è bene farli vedere con calma, farvi vedere quali sono, anche perché questi dati statistici, vi posso assicurare, che sono veramente da leggere, perché danno molto, fanno vedere veramente la reale situazione quotidiana, quello che succede, cosa fanno i notai e soprattutto c’è da andare a guardare i focus, i focus che sono stati fatti veramente bene, che fanno vedere tutte le differenze, perché la prima casa perché la PPC, perché le assegnazioni gratuite. Io devo ringraziare tutti coloro che veramente quotidianamente si occupano di questo e tutti voi notai che mandando i dati ci avete consentito di dare questo strumento importante, fondamentale. Guardate io lo vedo, quando vado a parlare anche col Ministro qua, vado a parlare con altri ministri, le chiacchiere vanno a zero, ma se io faccio vedere con i dati statistici qualcosa di cui ora parleremo, credo che è importante anche per noi, allora c’è un dato, c’è una realtà, non sono chiacchiere – premesso che i notai, chiacchiere, molte non ne fanno – allora questi dati che abbiamo si vedono. Per esempio alcune situazioni importanti – ve le accenno soltanto – i mutui sui fabbricati sono aumentati del 6,1% e sono i mutui nella fascia più ampia quella fino a € 150.000, poi sono aumentati quelli tra 200.000 e 300.000, è un fatto nuovo, sono diminuite – consentitemi di dirlo – fortunatamente, perché noi abbiamo fatto una battaglia su questo, le surroghe, perché per molto tempo le banche facevano surroghe, che agevolavano il singolo ma certamente non agevolavano l’economia perché è il nuovo che agevola l’economia. Il nuovo mutuo mette in giro nuove risorse, fa fare nuove attività, la surroga sostituisce un tasso maggiore a uno minore ad un singolo creditore e la banche rimangono sole ad avere il debito che avevano prima, non l’hanno incrementato. Ecco perché questa è stata la nostra battaglia, sono convinto e sono contento di questo.

Però – guardate la slide sette – questa è pure importante ed è un’altra che si aggancia una delle proposte che abbiamo fatto al Ministero di Giustizia e anche a quello delle Finanze. Le compravendite dei fabbricati sono aumentati del 10,72. I valori medi, però, delle vendite – attenzione, questo poi è in controtendenza con altro che vi darò subito dopo – sono diminuiti del 17% e continuano quello scendere che era già iniziato nel 2017 con un meno 5%. Invece sono aumentate del 26,73% le compravendite oltre € 900.000. Questo che significa? Che sostanzialmente abbiamo una società spaccata. Da una parte c’è ancora chi compra le case di piccolo valore e compra case di piccolo valore e il valore di queste case scende perché non ci sono gli acquirenti, dall’altro lato invece ci sono coloro che possono permettersi di comprare casa di € 900.000 ed oltre e questo dato è in aumento. Ma l’altro dato che invece ci deve far riflettere e questo – guardate – le vendite prima casa superano il 50% di tutte le vendite, quindi la maggior parte si compra solo perché prima casa, ma questo è un dato così, che è significativo e lo sappiamo, ma quello che deve ancora ulteriormente farci riflettere è l’altro. Noi compriamo per il 90,78% dai privati e per una piccolissima parte dall’imprenditore. Allora perché è così? Ve lo dico io. Perché chi compra la prima casa – e i notai lo sanno ma parlo ovviamente per tutti gli altri – chi compra la prima casa, ed è soggetta a registro, non solo paga il 2% contro il 4% dell’IVA ma paga sul valore catastale e non sul prezzo mentre se tu acquisti con Iva paghi sul prezzo e paghi sul prezzo pieno e non sul valore catastale e questo evidentemente blocca questa situazione perché oggi ognuno si fa questo calcolo. Guardate – voi lo sapete meglio di me – molti vengono negli studi e cominciano a fare i calcoli di quanto costa pure l’atto complessivamente, non solo il notaio, quali sono le spese, e, un altro dato, potremmo far valere il prezzo-valore anche per quanto riguarda gli altri fabbricati che non sono di natura abitativa e anche questo potrebbe agevolare ed è un’altra delle nostre proposte che noi abbiamo fatto.

Le donazioni continuano ad aumentare, continuano ad aumentare quelle in denaro, aumentano pure quelle, ovviamente, immobiliari del 4,6%, diminuiscono quelle delle aziende del 4,3%. Aumentano sensibilmente quelle di denaro e aumentano per tanti motivi, per cercare molto spesso di dare denaro e compensare operazioni di donazioni immobiliari fatte all’altro figlio e lì torniamo all’argomento principe di cui parleremo tra poco.

Tra le proposte che noi abbiamo lanciato e mi auguro che possano essere accolte è quello di risolvere – mi aveva accennato anche il Presidente del Consiglio – gli atti di provenienza donativa. Io porto sempre un dato, che è in diminuzione non in aumento. Le donazioni che noi facciamo ogni anno sono circa 130.000. Allora togliamo per un momento che l’atto può essere impugnato 10 anni dalla morte della eccetera eccetera – io faccio finta che chi fa l’atto di donazione muore immediatamente, 10 anni, 130.000 per 10 anni sono un milione e trecentomila atti di donazione che vengono fatti e si congelano perché questi atti di donazione non portano che io posso rivendere la casa, non portano che io posso fare l’immobile. Allora 1.300.000 di atti, almeno – io penso – che cosa significa poter sbloccare questa situazione con una proposta che abbiamo fatto, che per il momento non viene a sconvolgere la legittima – ma credo che regolarizzi un po’ con la situazione – che cosa significa mettere in giro la vendita e soprattutto anche le operazioni finanziarie su queste case? Io non sono un esperto di PIL ma credo che qualcosa sul PIL incideremmo sicuramente anche perché chi compra la casa non è che la compra e la tiene così com’è ma chiama l’artigiano per modificarla, chiama l’elettricista, chiama quant’altro. Quindi tutto questo comporterebbe indubbiamente un aiuto.

Signor Ministro, abbiamo noi un problema, è un problema che non riguarda il Notariato, ma riguarda soprattutto una serie di contenzioso che si può scatenare al più presto. Solo su Roma sono stati fatti 200.000 atti venduti in edilizia convenzionata. Una sentenza di cassazione del settembre 2015 ha cambiato un poco l’orientamento che era prima e oggi abbiamo una lotta tra gli hai comprato e chi ha venduto. Questa lotta può sfociare in una serie di procedimenti dove un giudice deciderà bianco un altro può decidere nero, rientra nell’assoluta normalità e noi andremo a instaurare un contenzioso che invece di cercare di togliere contenzioso lo andiamo ad aumentare. Io ritengo che si può fare un provvedimento di legge che può aiutare in questa situazione, salvaguardando gli interessi di chi ha venduto che gli interessi di chi ha acquistato ma credo che è un problema che va affrontato e questo non è un problema che riguarda i notai ma è un problema, come gli altri, che riguarda soprattutto i cittadini. Bisogna avere il coraggio di fare un provvedimento legislativo, perché instaurare in tutta Italia 300.000 procedimenti giudiziari credo che non serve a nessuno.

Certificato di successione. Noi sappiamo perfettamente che in Europa esiste il certificato di successione europeo, in Italia non esiste, e andiamo ancora avanti con la dichiarazione di successione, con l’accettazione tacita di eredità, con l’accettazione espressa di eredità, con l’accettazione dell’eredità fatta col beneficio di inventario, con la rinuncia all’eredità e si fanno una serie di atti che complicano la vita al cittadino. Allora noi, senza togliere nulla a chi oggi continua a fare denuncia di successione, vuole continuare a fare l’accettazione tacita e quant’altro, diciamo, perché non facciamo un certificato successorio come si fa negli altri Stati europei dove si va dal notaio e si dice “è morto tizio, ha lasciato erede Caio, Caietto e Caione”? – è bellissimo il Caione – i beni relitti sono questi, io accetto semplicemente col beneficio d’inventario oppure rinunzio in un unico documento. Ma vorrei aggiungere – tutti sappiamo perché siamo operatori del diritto, anche lei Signor Ministro, anche se dall’altra parte ma sempre operatore del diritto perché avvocato – sappiamo tutti che la dichiarazione di successione non ha nessun valore dal punto di vista civile, è soltanto un fatto fiscale e sappiamo pure che buona parte delle denunce di successione sono fatte così. “Quanti sono i figli? Tre. Perché ne hai messi due? Vabbè uno è in America non ha importanza. Lo aggiungo. Ma questo immobile è tuo? Sì l’aveva mio nonno però non c’è titolo io lo metto e poi si vede.” Purtroppo oggi non appena si fa la trascrizione della successione che fa l’ufficio, immediatamente dopo fanno la voltura catastale e voi non sapete quanto contenzioso c’è su particelle, per esempio di terreno, che è stata messa in una denuncia di successione, volturata a tizio ed è di proprietà di Caio. E allora perché dobbiamo continuare nel momento in cui dal 2007 in poi, con il lavoro dei notai, noi siamo riusciti a fare un catasto valido, funzionale – per me potrei dire anche perfetto – che prima era – per modo di dire – manco si sapeva di cosa parlavamo quando si parlava del catasto – abbiamo i registri immobiliari che vengono copiati in tutto il mondo e le andiamo a rovinare perché portiamo avanti una successione che non dà certezza. Allora io dico, non voglio togliere quel tipo di successione, continuiamo a lasciarlo, chi vuole utilizzi quel tipo di successione, ma perché non creiamo un certificato successorio come in Europa che dia certezze a chi si rivolge in quel momento al notaio e gli semplifica realmente la vita?

Poi ci sono delle piccole cose che ho detto prima che sono quelle che riguardano l’estensione del prezzo-valore, la personalità giuridica delle SRL che potrebbe essere fatta contestualmente all’atto e non all’iscrizione, questo ci porterebbe ad avanzare alcune posizioni nel Doing Business – ne parlerò poi dopo – e poi altre piccole cose che riguardano la circolazione dell’atto all’estero. Non possiamo andare avanti con la legge del 1913 che ancora mi chiede l’interprete, la colonna in inglese, la colonna in italiano, la colonna in francese, siamo cittadini in Europa, dobbiamo migliorare questo tipo di rapporto e cambiare questa norma.

Registro delle successioni Credo che dobbiamo farlo, noi siamo pronti a farlo. Così come siamo pronti a fare il registro dell’amministratore di sostegno. Abbiamo detto e siamo pronti a fare il registro delle DAT, abbiamo dato la nostra disponibilità e mi fa piacere che il Ministro della Salute ha inserito il nostro rappresentante nel tavolo che porta avanti questa situazione ed è fondamentale perché – parliamoci chiaro – è inutile che io faccio DAT a Marsala, poi mi capita una cosa a Milano e nessuno sa che io ho fatto la DAT, anche perché posso essere in condizione di non poter ricordare, per ovvi motivi, se ho fatto o non ho fatto una DAT a Marsala. Questo registro noi l’abbiamo pronto. Non costa nulla, è a disposizione. Non solo, siccome nella legge che è stata fatta sono stati stanziati – allora se non ricordo male € 2.000.000 – questi € 2.000.000 potremmo anche risparmiarli, può essere che non servono. In più,siccome si parla che deve avere anche una valenza regionale, bene, dato che si parla di questa bellissima parola che è blockchain, noi siamo pronti a fare questo registro a livello regionale col sistema del blockchain. Più di questo che dobbiamo fare?

Signor Ministro, io so che lei ha in serbo una sorpresa per me, e che questa sera probabilmente firmeremo, rinnoveremo la convenzione CNN-MIUR-Ministero della Giustizia che ha sbloccato tante cose per quanto riguarda i giovani, per fare la pratica prima e quant’altro. Mi auguro che sia una proroga non di anno in anno perchè, se no, ogni anno ci viene l’infarto a tutti e soprattutto a chi segue questa materia.

E quindi queste sono le cose che abbiamo chiesto, non sono cose che chiediamo per il notaio ma lo chiediamo per tutti i cittadini, sono di semplificazione, di grande tranquillità, che possono portare anche il movimento economico.

Ma l’utilità del notaio, basta vedere il Doing Business, se ne se ne parla tanto, parlano tutti che noi sbagliamo. Doing Business è una cosa che non è fatta da noi, è fatta dalla banca mondiale e sul Doing Business devo dire una cosa, noi abbiamo il terzo miglior punteggio per quanto riguarda l’immobiliare rispetto a 190 paesi. In questi 190 paesi ci sono Francia, Giappone, Austria, Inghilterra, Svizzera, Spagna, Germania, Canada, Brasile, Australia, quindi non siamo gli ultimi, siamo al terzo posto per quanto riguarda la qualità dei controlli. Siamo al ventitreesimo posto nella classifica mondiale, +60 posizioni dal 2014 per quanto riguarda l’immobiliare.

Noi collaboriamo con la banca mondiale perché non siamo soltanto un certificatore che porta dati ma portiamo idee, innovazione e sviluppo e questo credo che sia fondamentale. La banca mondiale ci ha proposto, e vedremo di portarla avanti, di realizzare lo studio notarile con one-stop-shop dove si può fare tutto nello studio del notaio. Noi siamo a disposizione come sempre.

Dal 2016, tra l’altro, la banca mondiale ci guarda meglio – perché ci guarda meglio? – perché i controlli della banca mondiale non riguardano soltanto tempi e procedure ma dal 2016 riguardano i controlli del GAFI, la legalità e la sicurezza, che sono assicurate dal notaio. Quindi quelli che io vi ho detto non sono le famose chiacchiere – ripeto – sono dati di fatto e come dati di fatto vorrei parlarvi di quello che per noi è diventato spesso – vedo qua gli amici della Guardia di Finanza, vedo anche il rappresentante dell’UIF e del MEF.

Vorrei sottolineare, antiriciclaggio. Bene, l’abbiamo tutti cominciato a trattare tanti anni fa, ovviamente obtorto collo, non era nostro mestiere fare segnalazioni, non era nostro mestiere segnalare soprattutto un qualche cosa da parte del nostro cliente, del cliente che è di fronte a noi. Allora noi sappiamo, ovviamente, quello che viene fatto, sono i dati che parlano. non sono io che parlo, ma sono dati tratti dal diario che fa l’UIF nel primo semestre del 2018 le segnalazioni sono 2176, +15% rispetto al semestre precedente, di raffronto, al semestre di raffronto, sono l’89% delle segnalazioni che vengono fatti dai professionisti; nel 2016 sono state 3.651; 4.283 nel 17; a ottobre del 2018 sono 3.501 segnalazioni. Queste segnalazioni vengono fatte dai nostri notai, da tutti noi colleghi notai e li facciamo, ovviamente, ricordando che oltre a essere liberi professionisti noi siamo pubblici ufficiali e se siamo pubblici ufficiali oltre a difendere il rapporto con il privato noi dobbiamo tutelare anche il rapporto con lo Stato e l’abbiamo fatto, abbiamo dimostrato di farlo Signor Ministro, e di saperlo fare perché lo scarto delle nostre segnalazioni è soltanto del 10%. Quindi lo stanno facendo e lo stiamo facendo, tutti i notai con altissimo scrupolo e con grande serietà e questo – consentitemi – è un vanto della nostra categoria.

Vorrei aggiungere che, purtroppo, su questo argomento ci sono ancora alcune cose da chiarire, abbiamo chiarito ad esempio quello che riguarda la segnalazione – voi sapete che la facciamo in modo anonimo – questa segnalazione anonima a volte non viene gestita nel modo corretto. Io ieri ho dovuto firmare, su richiesta di un giudice, con un decreto del giudice, ho dovuto firmare una lettera dove comunicato il nome del segnalante. Ora, non è una bella cosa e molto spesso queste segnalazioni vengono dalle regioni a rischio dove ormai le regioni a rischio – basta vedere gli ultimi processi nel centro d’Italia, sono tutte le regioni a rischio – e in queste regioni a rischio bisogna fare particolarmente attenzione. Non è piacevole che il nome del notaio che ha fatto la segnalazione finisca negli atti del procedimento, venga conosciuto prima, perché lì si rischia e si rischia molto. Allora dobbiamo trovare una soluzione e la soluzione – parlo con I magistrati presenti – c’è. Io una volta l’ho chiesto, invece di andare a chiedere il nome del segnalante e farlo finire nel registro, dalla segnalazione una persona di media intelligenza intuisce e capisce che è il notaio – consentitemi – e allora invece di chiedere il nome del notaio, fate una bella visura ipotecaria, scoprire chi è il notaio e invece di dire chi ha segnalato il notaio, dite che voi avete fatto una bella ricerca oppure sentite il notaio come persona informata dei fatti, perché avete scoperto che lui è il notaio, ma non mettete in mezzo al fascicolo la segnalazione del notaio, se no che cosa di anonimo abbiamo fatto? E allora di questo noi ne dovremmo parlare e ne parleremo nel convegno sull’antiriciclaggio del 30 novembre dove abbiamo veramente un Parterre importantissimo, abbiamo quattro presidenti di Commissione Giustizia e Finanze, Camera e Senato, abbiamo il Procuratore Antimafia, abbiamo il rappresentante del MEF, abbiamo soprattutto il gruppo dei nostri operatori dell’antiriciclaggio che – credete – ci invidiano tutti perché sono veramente preparati e bravi in una materia che è astrusa e difficile.

Aggiungo altre cose, l’impegno del Notariato in questo settore l’abbiamo anche dimostrato con quello che recentemente abbiamo firmato: una convenzione per la vendita dei beni sottratti alle mafie. Quando ho incontrato il prefetto che si occupava di questo a Palermo, nel Congresso di Palermo, mi ha detto “voi siete disponibili a fare questa cosa?” – io ho detto – E perché no? – “Perché tutti hanno paura / non hanno paura..” – Ecco, la paura purtroppo l’abbiamo un po’ tutti in qualsiasi caso, soprattutto chi può operare in zone difficili, però il notaio è notaio, noi siamo a disposizione, abbiamo accettato, abbiamo firmato questa convenzione e sono certo che i colleghi notai opereranno benissimo anche in questo settore difficile come lo hanno fatto in altri settori dove siamo stati prescelti e faccio riferimento all’INPS, al Ministero della Difesa, alla Croce Rossa all’INVIM, all’ICE, tutti hanno scelto il notaio per fare queste vendita e noi siamo contenti di questo e abbiamo dato la nostra dimostrazione.

Ma il notaio si è impegnato anche in un altro settore, si è impegnato nel Terzo settore. In questo Terzo settore noi abbiamo collaborato moltissimo con l’Associazione dei Consumatori, con le associazioni dei diversamente abili, abbiamo portato avanti le guide sul “dopo di noi”, sulla fragilità, per l’avanzare degli anni che sono a disposizione di tutti dove ci sono dei consigli che sono utilissimi per far capire qual è la situazione, per far comprendere che il Notariato è vicino ai più deboli e a chi soffre di più. E questo lo abbiamo dimostrato anche con altre proposte fatte e accolte, ho parlato di quella del DAT del Ministero della Salute, abbiamo costituito – mi dispiace che questa sera non c’è il Ministro della Famiglia che doveva essere qua ma, purtroppo, è stato, come vi ho detto, impedito, perché avrebbe parlato – che con lui abbiamo costituito un tavolo dove cominceremo da affrontare i vari problemi, problemi che riguardano suggerimenti che noi possiamo fare soltanto delle cose che già sono state fatte.

Tutto questo nasce anche perché abbiamo la Fondazione del Notariato che lavora bene, abbiamo l’ufficio di studio nostri che lavora bene, abbiamo le varie commissioni del Notariato dove non ci sono solo componenti del Consiglio Nazionale del Notariato ma ci sono ottimi notai che collaborano per le varie cose e poi – ricordo a me stesso – ad esempio, quello è il compito che fanno i CND con le massime sul societario, che sono diventate veramente un punto forte nel settore, sono le massime di Milano, di Napoli, Firenze, Roma, del Triveneto, quindi sono delle macchine che ognuno segue con grande attenzione per il contributo che il notariato dà – guardo l’orologio perché il Ministro deve andare via.

E allora ultime cose, Signor Ministro, riguardano le novità. Noi non abbiamo avuto nessun timore nel 2007 quando siamo passati dalle note di trascrizione scritto a macchina alla trasmissione telematica, abbiamo reso registri pubblici e catasto aggiornatissimi, abbiamo fatto Notartel, l’atto informatico a cui facevo riferimento prima di me, abbiamo fatto l’atto informato non solo quando è obbligatorio ma anche può essere fatto su altre cose con instrumentum che certamente è da migliorare ma che può dare molto.

Ora si parla tanto di blockchain e si parla tanto di intelligenza artificiale.

Blockchain. Noi abbiamo lavorato con un gara di idee che abbiamo fatto con DEVO, con la Bocconi, con l’IBM, perché riteniamo che il notaio in questi processi può fare molto, per il deposito di opere di ingegno, il deposito di operazione di processo non normativi, la voltura delle utenze connesse ai trasferimenti.

L’intelligenza artificiale. Sicuramente può cambiare il lavoro intellettuale e noi dobbiamo essere pronti ad adeguarci a nuovi modelli, lo faremo.

Organizzativi e processi decisionali. Nascerà sicuramente un nuovo rapporto col cittadino ma noi già collaboriamo con l’Agenzia Italia Digitale, abbiamo fatto un hackathon con 20 professionisti da 14 Paesi diversi che hanno parlato di quello che può essere l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per il notaio, abbiamo fatto molte cose di questo. Poi poco fa anche il collega presidente del CNUE ha parlato di quello che riguarda la Company Law Package, questa nuova direttiva Europea, dove si parla tanto dell’atto a distanza, lo stiamo valutando con attenzione e con molto scrupolo perché nell’atto a distanza bisogna conciliare da una parte la identificazione e localizzazione del soggetto e dall’altro continuare ad assicurare con tranquillità i controlli antiriciclaggio e il rafforzamento dei presidi della prestazione.

Quindi noi non abbiamo paura della semplificazione. Noi siamo pronti per affrontare qualsiasi tipo di semplificazione con la stessa velocità, riusciamo a farlo. Io non scopro niente di velocità, noi in un giorno, in mezza giornata possiamo costituire una società, in mezza giornata possiamo trascrivere un atto immobiliare o un’ipoteca. Quindi qual è questa velocità che ci manca? E allora Signor Ministro – io taglio anche perché non voglio tediare e soprattutto so che lei deve andare via soprattutto se mi aumentano la velocità della scaletta che sennò non so quello che devo dire – scherzo.

Io ritengo Signor Ministro che in questo momento devo dirle soltanto delle piccole cose che per me sono importantissime, che sono importanti per il notaio. Noi abbiamo avuto un problema – come lei sa – con le startup, che non è nato dal suo Ministero ma è nato da un altro Ministero dove ogni tanto, siccome noi non passiamo per figli del Ministero della Giustizia, ma ci considerano figliastri del Ministero della Giustizia, c’è qualcuno che ci vuole adottare e ci adotta male, e hanno adottato, su queste startup, un provvedimento che per noi è sbagliato, l’abbiamo impugnato, siamo pronti ad andare avanti anche se a me dà fastidio che uno che si sente Stato deve andare a impugnare un provvedimento dello Stato. Allora la soluzione c’è. Le startup che vengono fatte sono 1.867 e vengono fatte con modelli che – mi creda – lei operatore del diritto come me – ogni tanto spero di avere 5 minuti con lei – ce lo mettiamo davanti e vediamo se riusciamo a compilare queste 17 pagine per fare un modulo senza qualcuno che ci aiuta. E allora il punto qual era? Togliere il notaio? Bene. Allora il notaio ha fatto, da quando sono state costituite le SRLS 174.576 società, abbiamo fatto SRLS senza prendere un centesimo. Se qualcuno – ogni tanto c’è chi fa lo scoop – “ah il notaio ha chiesto € 200” – io non ci credo – ma se anche dovesse essere così, chi ha sbagliato l’abbiamo fatto pagare perché è andato davanti alle Co.Re.Di., fino a quando c’è la legge noi la rispettiamo poi io sono convinto che questa legge non è giusta e questa sera glielo chiedo e le dò una soluzione. Noi abbiamo fatto 174576 società. Allora, invece di farle, anche queste ingessate, facciamo come fa la persona che è competente che quando compra un vestito non lo compra al supermercato perché il vestito al supermercato mi viene troppo largo, troppo stretto e poi ho misure fuori standard è ancora peggio, ma vado dal sarto. La società è una cosa delicata e deve andare dal sarto dove mi dice lo vuoi a due bottoni o a tre bottoni, lo vuoi con lo spacco o senza spacco e viene un buon vestito. La società deve avere uno statuto che viene studiato dal notaio, da chi fa questo mestiere, non si può fare con uno schema che non serve a nulla Signor Ministro. Allora noi siamo qua a disposizione, facciamo anche le startup, facciamole noi come le possiamo fare, le facciamo in modo giusto perché la startup è complicata, non è semplice, facciamo pure le SRLS. Allora le chiedo una cosa, che non sta in cima non so a quale cosa, creiamo per le startup e per le SRLS un equo compenso, un compenso che soddisfi il notaio del lavoro che fa, dei costi che ha, non credo che sia una cosa pazzesca anche perché io non è che dissento o mi offendo quando si dice una parola che ormai è scomparsa, “tariffe” scomparsa, vabbè io non parlo più di tariffe, parliamo di altro. D’altronde in Europa, l’unico stato che non ha le tariffe è l’Italia e un poco l’Olanda, tutti hanno le tariffe.

E poi Signor Ministro, noi siamo arrivati – e lei lo sa – oggi ci sono i parametri ministeriali per gli avvocati per il gratuito patrocinio, l’equo compenso quando ci scontriamo con i poteri forti e allora cosa c’è di strano per noi che siamo pubblico ufficiale poter determinare, quantomeno partiamo da SRLS e startup, un compenso che possa ricompensare il notaio di quanto fa senza prendere nulla, è così, è anche la Costituzione che lo garantisce sotto questo aspetto ma io non voglio arrivare a questo, io voglio arrivare a collaborare con lo Stato. Tra l’altro, quando noi quando noi abbiamo detto sì a fare le SRLS senza compenso l’abbiamo fatto perché era per andare incontro ai giovani. Allora si costituivano con coloro che erano meno, avevano meno di 35 anni, ma ora Signor Ministro – mi creda io li faccio giornalmente – l’80% delle SRLS che faccio sono fatte da persone che hanno una Società in Nome Collettivo, tengono la parte sana nella collettiva e portano la parte brutta nella SRLS e dobbiamo tutelare questa? Io nella mia attività non mi era mai capitato. Ho fatto una segnalazione – non svelo niente, non è reato perché non dico chi sono – ho fatto due segnalazioni su SRLS semplificate. Ma quando mai mi poteva capitare una cosa del genere? Perché evidentemente è cambiato, cioè la mentalità criminale si adegua, anche loro vanno avanti allora noi dobbiamo evolvere, dobbiamo cambiare qualche cosa, è uno strumento superato, cambiamo.

Signor Ministro, l’ultima cosa che voglio dirle – concludo – io mi auguro ma sò e sono certo che l’immagine che lei ha è quella di una classe notarile che è cambiata, che è preparata, che non è più statica, è in movimento, che è attenta alle novità, siamo pronti ad incontrare e ad affrontare le cose che ci vengono portate. Io non credo a coloro che scrivono “blockchain cancellerà il notaio”, “l’intelligenza artificiale cancellerà avvocati, magistrati e notai”. Siamo in buona compagnia, non ci credo, questi saranno sempre aiuti, innovazioni, hanno sempre bisogno del dato umano, hanno bisogno dell’uomo che governi queste cose e il notaio è in grado di governare queste cose, lo ha sempre dimostrato e continuerà a farlo con grande serietà.

Signor ministro, l’ultima cosa, lei dice “non la dice”, “sempre l’ultima”, “non te ne vai”, l’ultima è questa. Noi abbiamo il Ministro di Giustizia che è il nostro riferimento. Io so che in genere il ministro giustizia guarda magistrati ed avvocati e noi siamo a volte il terzo braccio e noi abbiamo due braccia e allora io vorrei diventare anche un bacetto piccolo piccolo ma avere la certezza che il notaio viene da lei guardato per come deve essere guardato. Il sigillo a noi lo dava il Presidente della Repubblica una volta e il Ministro di Giustizia ora, il concorso dei notai è lei come Ministero che lo portava e che lo lo fa, quindi noi siamo parte fondamentale del Ministero della Giustizia e quindi guardiamo a lei ma siamo soprattutto parte di uno Stato che noi vogliamo sentire nostro che vogliamo lavorare con lo Stato per difendere gli interessi dei cittadini e quello dello Stato.

Noi siamo a disposizione Signor Ministro, noi ci siamo e ci saremo sempre.

Grazie.

Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato
Salvatore Lombardo

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