Epidemia e nuovi razzismi

Da quando impazza il Coronavirus, le cronache quotidiane dei decessi rimarcano come questi riguardino soprattutto anziani (e persone portatrici di patologie pregresse).

Questa precisazione può essere letta in vari modi:

  • come un dato oggettivo e, come tale, privo di animus;
  • come ridimensionamento dell’evento, nel senso che un morbo il quale “attacca in prevalenza persone fragili sia meno letale di uno che manda al tappeto persino quelle toste” (Gramellini, Il Caffè, Corriere della Sera 28/2/20);
  • può essere addirittura presa con sollievo da parte degli stessi interessati, almeno quelli meno egocentrici ed egoisti, i quali abbiano a cuore la sorte di figli e nipoti.

Se l’è presa invece molto a male Vittorio Feltri su Libero del 28/2/20 con un articolo in prima pagina (con seguito nella seconda) il quale denuncia un nuovo razzismo che non colpisce “i poveri africani” ma infierisce contro i vecchi nei cui confronti “si è sviluppata una vera congiura”.

Veramente, la parola usata al posto di “infierisce” è “distrugge”, ma mi è sembrata eccessiva, come mi è sembrata eccessiva anche la parola “congiura”: se distruzione e congiura ci sono state, la scelta è stata solo del virus.

L’autore, punto sul vivo, immagina la soddisfazione di chi anziano non è (ancora) che il contagio privilegi la categoria alla quale non appartiene (ancora) anzi addirittura il sollievo di chi considera gli anziani alla stregua di rompiscatole che sfruttano la pensione immiserendo l’Inps (e gli altri enti previdenziali).

Ma questo atteggiamento di sollievo da parte di chi vede i guai degli altri, sentendosene immune, deve avere un posto stabile nelle parti più primordiali del cervello umano.

Quando, durante la seconda guerra mondiale, i bombardamenti della Raf martoriavano Napoli quasi ogni notte, il sollievo dei settentrionali che per il momento si ritenevano risparmiati, si esprimeva con frasi come questa “beh finché vanno nel mezzogiorno …”, come ci raccontava una zia meridionale che a quel tempo viveva in provincia di Varese.

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